Alvar Aalto, Eduardo Torroja e Richard Meier

I materiali, la struttura e il colore

“per il finlandese Aalto è la natura lo sfondo, il segno, l’imprinting.[] Piuttosto che la monumentalità, il giovane architetto cerca un legame tra la costruzione e l’ambiente.[] Villa Mairea del 1938, un’opera che si può capire solo a colori tanto ricca è la palette di materiali, cromatismi, tessiture.[] l’inevitabilità dell’industrializzazione e l’affermazione di un sentire profondamente legato ad un proprio mondo, a un proprio paesaggio.[] combinare il mito della funzionalità macchinista con la presenza di una natura buona, accogliente calma come le foreste e i laghi. Una natura Aaltianamente madre, cantata da poeti e musicisti della sua terra, il cui abbraccio è vita, il suo distacco solo follia e morte.”

Eduardo Torroja, Ippodromo Zarzuela, 1935. “grande ingegnere e costruttore spagnolo e figura di primissimo piano nel panorama internazionale dell’ingegneria[] la capacità di legare il ragionamento sulla forma, spesso ricercata in soluzioni plastiche affascinanti, con la perfetta conoscenza delle modalità realizzati e di calcolo.[] L’ingegnere sembra incorporare un nuovo paradigma della scienza contemporanea[] un creatore che si basa su intuizioni spaziali che pone a verifica con il proprio sapere specifico.[] In Torroja gli spazi si liberano in autentiche sfide alla gravità in soluzioni spesso anticonvenzionali, che ricordano, anche in alcune dirette modalità di verifica sperimentale, Antonio Gaudì.”

Richard Meier, The Atheneum, 1975-79 “inizia nella seconda parte degli anni settanta una produzione che si farà particolarmente estesa sul tema museale. Meier non adotta la logica frammentaria e collagista[] rifiuta le versioni più marcate del pastiche storicistico[] ma adotta un linguaggio astratto di derivazione neoplastica. I suoi progetti sono basati su una logica funzionale in cui le varie parti assumono autonoma evidenza, dà peso figurale ai processi e soprattutto alle rampe, sdoppia e triplica le pareti.”

Saggio A. 2010. Architettura e modernità. Dal Bauhaus alla rivoluzione informatica. Aalto A. pp107-110. Torroja E. pp 182-183. Meier R. p 283. Roma: Carocci.

 

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